Della vasta opera di Milosz, questo volume vuole presentare il teatro. Sono qui raccolti tre brani composti dal 1912 al 1914 che l'autore definisce «misteri», intendendo dare a questo termine il senso proprio delle rappresentazioni medievali, cioè di manifestazione religiosa che richiede a chiunque partecipi, con qualunque ruolo - dall'attore allo spettatore - lo stesso gesto di fede.
"Miguel Manara", scritto nel 1912, è il più noto e rappresentato dei brani: Manara è il Don Giovanni storico, entrato in convento dopo una vita sregolata e morto in odore di santità.
"Mefiboseth" è un'opera di ispirazione biblica nella quale Milosz riprende, rivisitandolo, un episodio della vita del re Davide raccontata nel secondo libro di Samuele.
"Saulo di Tarso", un manoscritto a lungo rimasto inedito, racconta la vita di Saulo nel periodo che precede la sua conversione.
Il teatro di Milosz si presenta così come un trittico in cui alla ricerca del Dio da parte dell'uomo - in Miguel Manara - segue il Dio che prepara la salvezza anche attraverso il crimine degli uomini - in Mefiboseth - per arrivare - in Saulo di Tarso - all'uomo che cercherà di corrispondere con tutta la sua vita a chi per salvarlo ha perso la sua.