Ambientato in Messico durante la rivoluzione, narra della fuga di un prete e degli incontri che fa durante la sua fuga. E’ braccato dalle autorità, rappresentate dal Tenente che spende la sua vita nel tentativo di eliminare Dio dalla realtà e dalla vita del suo popolo: autorità che perseguitano, fucilano o costringono al matrimonio i ministri di Dio. Il “prete dell’acquavite”, non ha altro nome, è orgoglioso di non essersi adeguato alle leggi governative, ma riconosce che è proprio l’orgoglio a spingerlo a fuggire e non l’amore a Dio.
Si accusa di tutti i peccati possibili ma nello stesso tempo, pur essendo consapevole della sua miseria umana, rimane aggrappato a Dio non smettendo mai di chiedere perdono, e la fuga, il fatto di essere braccato, probabilmente lo aiutano a ritrovare quella fede che aveva rischiato di perdere a causa del suo orgoglio.
Il potere e la gloria, come altri romanzi dello stesso autore, colpisce, ma mostra efficacemente quanto possa essere “disumana” la vita senza Dio.