Non ha patria da nessuna parte nella società di oggi colui che riconosce la presenza di Cristo - una presenza diversa da tutte le altre - nella propria vita, nella trama dei propri rapporti, nella società in cui vive; talmente riconosce questa Presenza che è essa a determinare la modalità di veduta, la modalità di percezione, quindi la modalità di giudizio e la modalità di comportamento. Non ha patria l’uomo che dice: «Dio è un fatto presente, con un nome storico che coglie e tocca fisiologicamente la mia vita, e quindi pretende di determinarla in ogni senso, affinché attraverso la mia vita possa determinare la vita della società». Costui non ha patria. Fino a quando il cristianesimo è sostenere dialetticamente e anche praticamente valori cristiani, esso trova spazio e accoglienza dovunque. Ma là dove il cristiano è l’uomo che annuncia nella realtà umana, storica, la presenza permanente di Dio fatto Uno tra noi, oggetto di esperienza […], la presenza di Cristo centro del modo di vedere, di concepire e di affrontare la vita, senso di ogni azione, sorgente di tutta l’attività dell’uomo intero, vale a dire dell’attività culturale dell’uomo, questo uomo non ha patria.
(Luigi Giussani)