Per rendersi conto del cammino avvenuto sarebbe interessante rileggere lo statuto del centro culturale, in modo particolare mettendo a confronto il primo, quello della costituzione nel 1981, con il secondo quello del 2001. I due statuti sono sostanzialmente identici nell'indicazione dello scopo, ma si differenziano nell'ambito geografico di riferimento: nel 1981 si parla di Recanati, mentre nel secondo delle Marche. Il cambiamento - o meglio l'allargamento del territorio di riferimento - è dato dal fatto che già nel 2001 quella realtà che era nata attorno a padre Mario era cresciuta, inaspettatamente, e aveva allacciato rapporti di collaborazione con altre associazioni. Questa nuova situazione fece sembrare maturo il tempo per un allargamento della base associativa: cosi il 2 giugno 2004 fu lanciata la prima campagna soci, che portò rapidamente il numero degli iscritti a circa 150. Oggi dopo tre anni i soci sono 250, diversi per provenienza, età e professione.

Con gli amici del direttivo spesso ci siamo trovati a dire che quello che abbiamo attualmente tra le mani è nato per l'iniziativa di padre Mario e di altri che si sono coinvolti con lui, ma poi non è cresciuto, fino ad arrivare a quello che è attualmente, per un progetto nostro, per una nostra pianificazione: questa nuova realtà ci costringe a chiederci di che si tratta, ci obbliga ad usare la ragione fino in fondo, riconoscendo qualcosa che eccede le nostre capacità.


Attualmente il centro culturale Péguy ha delle precise caratteristiche:

    • Ha dignità culturale, in una realtà come quella di Recanati, culturalmente molto attiva;
    • Ha visibilità: abbiamo spazio sui giornali, tv locali e web
    • Ha autonomia economica
    • Veicola un'esperienza culturale originale

Cosa significa cultura originale e soprattutto da che cosa nasce la cultura? Nella home page del nostro sito abbiamo scritto "una cultura non può che nascere da un gusto del vivere" e il gusto del vivere nasce da una determinata concezione dell'esistenza, da un giudizio di valore sulla vita, che continuamente impariamo nell'alveo dell'esperienza nata dal genio educativo di don Giussani. Non è quindi una questione di erudizione, di contenuti nuovi, di immagini strane e diverse da creare, ma è una questione di consapevolezza dell'esperienza che si sta vivendo, del motivo per cui si è al mondo. Come ho già detto in altre occasioni nel fare cultura noi mettiamo al centro l'uomo, i suoi interessi, i suoi gusti, il suo desiderio di essere in rapporto con altri e di scoprire "ove tende /questo vagar mio breve" per dirlo con Leopardi. Questo ci rende attenti alla realtà e in grado di dialogare con tutti, poiché partiamo da un'esigenza che è di tutti. Da qui nascono le nostre iniziative che vanno dal concerto di musica classica a sostegno dell'AVSI (associazione non governativa che realizza progetti in tutto il mondo), alla presentazione di libri che aiutino ad andare più a fondo nella conoscenza dell'io, a momenti conviviali e di vacanza, fino ai dialoghi con imprenditori - "capitani d'impresa" - per imparare dalla loro esperienza un approccio costruttivo con il reale.
Insomma la nostra è un'opera in cui chi vi lavora si assume una responsabilità e rischia iniziative, giudizi, proposte. Inoltre non è un dopolavoro, ma è un impiego del tempo libero, vale a dire il tempo più prezioso che ognuno di noi ha, in quanto può scegliere di spenderlo per ciò che ritiene importante per sé.

Dove va il Centro culturale Péguy? Che idea abbiamo?

Noi desideriamo che possa essere un'impresa culturale no profit, che faccia tutto quello che fa ora - come minimo - ma

  1. che abbia realmente a cuore la questione educativa, tanto più in questo frangente storico in cui è riconosciuta da tutti come un'emergenza. Cosa significa educare? Introdurre alla realtà, cioè offrire quegli strumenti che permettono ad un uomo di stare nella realtà, che chiede assunzione di responsabilità e necessità di giudizio sulle cose. Da tempo stiamo pensando alla realizzazione di una rivista che possa aiutare in questo lavoro di giudizio;
  2. che possa avere un futuro: quindi desideriamo avere una particolare attenzione ai giovani;
  3. che sia più precisa la programmazione. Attualmente ha lo spazio temporale di un anno, ma ci piacerebbe progettare iniziative di respiro più ampio. Negli ultimi due anni la programmazione è stata meno estemporanea, in quanto abbiamo definito il filo conduttore dell'attività dell'anno: nel 2005/6 l'educazione, mentre per il 2006/7 abbiamo scelto di approfondire la questione dell'io, della vera struttura del cuore dell'uomo;
  4. che si possano fare iniziative non solo a carattere divulgativo, ma anche importanti da un punto di vista scientifico: iniziative che permettano anche un allargamento dei nostri orizzonti grazie all'incontro con grandi personalità della cultura e non solo;
  5. che rimanga la serie dei "salotti", quelli che chiamiamo anche "caffè in compagnia": si tratta di dialoghi su un tema, un libro, la musica, condotti non da esperti , ma da appassionati lettori o amanti della musica, in cui chi partecipa può anche intervenire e non solo ascoltare. E' un modo per favorire il lavoro tra di noi e al nostro interno, valorizzando le grandi potenzialità dei nostri soci. Anche questo ha il suo valore educativo in quanto fa si che ci si renda conto che la cultura è per tutti e non solo per gli "esperti".

Naturalmente quanto appena descritto non avrebbe senso se non ci fosse un ambito di riferimento ampio, che è la base associativa, ma il nostro orizzonte è il mondo. Una delle novità più interessanti di questi anni è stata la scoperta della "cattolicità" del centro culturale Péguy, cioè il fatto che è per tutti, non è un club esclusivo. Per questo il nostro obiettivo è di raddoppiare i soci, ma non per "fare numero", bensì per cambiare, per rendere un po' meno brutto quel pezzo di mondo in cui viviamo. E in questo la collaborazione di ognuno può essere preziosa.

Vorremmo che il nostro lavoro fosse realmente utile alla crescita umana della gente, nella direzione di una crescita culturale, di una assunzione di responsabilità e di gusto per il dialogo e l'apertura verso gli altri. D'altra parte "chi realmente cerca il vero, da tutto si fa aiutare per il vero".